Credeteci o no, l’ebook NON è moda passeggera

Il presente è digitale. Lo affermiamo giusto per incrinare le solide certezze di certi “numerologi”. Negli scorsi giorni un articolo sul «New York Time» ha diffuso dati sul calo di vendite ebook negli USA stimato dall’Association of American Publishers. La notizia è rimbalzata in Italia e, come d’uso nel Bel Paese, si è prestata a letture parziali, suscitando la trionfale soddisfazione di editori e detrattori del libro elettronico.

Non mettiamo in dubbio che il -10% di vendite digitali ci sia stato negli Stati Uniti (non tarderanno a giungere i dati), ma riguarda gli editori dell’Association of American Publishers. Se si fosse letto integralmente l’articolo, prima di amplificarlo sulla stampa italiana in una non-notizia, si sarebbe saputo che invece Amazon – società che controlla il 65% del mercato ebook e che non rilascia dati sulle vendite di libri elettronici né dei Kindle – segna vendite di libri digitali con una traiettoria in crescita (il passo è questo: «At Amazon, digital book sales have maintained their upward trajectory, according to Russell Grandinetti, senior vice president of Kindle.»).

Un calo di vendite quindi non generalizzato per tutto il settore ebook, ma che interessa gli editori tradizionali. Che cosa può aver determinato questa stasi di un mercato che era in sviluppo? Può derivare da più fattori, ne elenchiamo solo alcuni, a nostro parere:

– le politiche di prezzi alti negli ebook

– gli investimenti destinati a Drm che complicano la fruibilità del contenuto al lettore che lo ha regolarmente acquistato, ma risultano facilmente aggirabili per chi intenda “craccare” un ebook

– l’incapacità di scouting e di intercettare nuovi autori, che preferiscono quindi autopubblicare (nel marketplace di Amazon ampio spazio hanno i titoli in selfpublishing)

– l’indisponibilità in digitale di titoli usciti in cartaceo che finisce con l’allargare la pirateria, quando il lettore pur di avere l’ebook se lo procura illegalmente attraverso peer-to-peer, duplicazioni file contro la legge del copyright, ecc.

– la poca padronanza nel veicolare e distribuire contenuti sul web, vissuto come un ambiente ostile e in perpetua concorrenza con la carta.

Vorremmo anche segnalare le responsabilità che ha nel «non trovare l’ebook che vorrei» la farraginosa search che tratta come ancelle biblioteconomia e bibliografia. (Per fare esempi italiani, ci si imbatte addirittura in siti di editori nei quali un libro si può cercare solo per titolo, ma non per nome autore!)

L’ebook è morto, allora, viva il libro? Ci ritorna in mente quella musica che negli Anni Ottanta già misurava la difficile convivenza tra passato e nuove tecnologieVideo Killed The Radio Star.

La radio noi la ascoltiamo ancora e non è morta, nonostante l’avvento del video; chissà che anche voi, prima o poi, vi decidiate a leggere un ebook senza che per questo il libro debba per forza morire.

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(da YouTube Video Killed The Radio Star by The Buggles, 1979 Island Records Ltd.)

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Fonte:

Alexandra Alter, The Plot Twist: E-Book Sales Slip, and Print Is Far From Dead, in «The New York Time», 22 settembre 2015.

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6 Commenti

  1. Valentina ha detto:

    Prima piangevano perdite di vendite dei cartacei.. siamo passati da “in Italia non si legge più”, “il libro è morto”, “se il libraio chiude è colpa della grande distribuzione”.. a “l’ebook è morto”.
    Ma come, non siamo arrivati neppure a metà sviluppo di questo nuovo mercato (ma non eravamo nell’era della New Economy??), che già lo si dà per defunto?
    Trovo tutto questo francamente assurdo. Il libro digitale avrà vita molto lunga, ma anche il libro di carta non è destinato a soccombere a breve.
    Il problema del del libro digitale si riassume tranquillamente in pochi punti (che poi sono gli stessi indicati nell’articolo): in primis, un’IVA da abbassare assolutamente, unitamente alla mancanza di politiche adeguate al suo sviluppo, e un interesse ancora troppo fioco da parte degli editori (o, almeno, una parte di esssi). Una buona parte di essi, poi, non ha ancora capito che l’uso del DRM non è solo facilmente aggirabile, ma altresì dannoso per i loro stessi interessi. A ciò va aggiunta una certa tendenza da parte degli “irriducibili” del cartaceo a diffidare e, in taluni casi, disprezzare il mezzo digitale, adducendo le solite banalità sul “profumo della carta” e la sua “sensorialità”.. stupidaggini affermate mille e mille volte!
    Nonostante tutta una serie di condizionamenti negativi, il mercato digitale è e resta in crescita persino da noi, anche se è ancora distante anni luce dagli altri Paesi.

  2. carloc54 ha detto:

    Nel corso degli ultimi 3-4 anni ho letto circa 950 ebook. Vivo in cinquanta metri quadrati, dove avrei messo i corrispettivi cartacei? Continuerò a leggere ebook anche se rimanessi l’unico a farlo! Certo i prezzi sono alti, ma restano comunque meno della metà (a volte anche di più) del cartaceo. Siamo in un era che va sempre più verso il digitale , da anni non ricevo più bollette e estratti conto, ho tutto in digitale, come pure le foto, la musica, ecc., perchè i libri dovrebbero fare eccezione?

  3. Marco ha detto:

    Condivido, Elena, altro che morto! L’ebook vive e lotta insieme a noi… È il mio vecchio e straordinario Onyx Boox 60,piuttosto, a subire la concorrenza del tablet… E’vero che leggere in e-ink è impagabile, ma se sono in viaggio è difficile che mi porti due oggetti diversi per leggere… Vince quello che fa più cose!
    Ma l’ebook reader a casa ha appieno il suo ruolo. E gli ebook continuano a fluire, assai più numerosi dei libri di carta. (a meno che non si parli di foto di Salgado, di storie di Zerocalcare, di pittura o illustrazione… 6 pollici in bianco e nero sono vincenti in caso di solo testo!)

    • Elena Asteggiano ha detto:

      Bentrovato, Marco 🙂
      Sì, portarsi più dispositivi in viaggio è poco pratico. Vince il multifunzione, in questi casi.
      Cmq penso che molti detrattori dell’ebook non abbiano ancora mai letto su un ereader a inchiostro elettronico e leggano dal tablet, per questo poi continuano a preferire la carta.

  4. Alberto ha detto:

    Concordo con tutti voi, il mercato del libro elettronico è poco sviluppato/valorizzato e dubito che lo sarà mai a livelli dignitosi, ma ciò non significa che l’e-book è morto.
    Paradossalmente pare che a rallegrarsene siano proprio gli editori che vengono e-book e dispositivi: con una mano fanno soldi, con l’altra disincentivano il mercato :-/

    Mi riallaccio all’ultimo commento di Elena per dire che appartenevo alla categoria dei “detrattori ignari/ignoranti”, ossia quelli che criticavano la lettura digitale su inchiostro elettronico per “sensazioni” e stereotipi vari. Grazie ad un regalo ho scoperto, tre anni fa, che erano tutte fesserie e che i vantaggi del libro elettronico superano ampiamente gli svantaggi. Non è ancora il mondo ideale, e tanti piccoli aggiustamenti/innovazioni sarebbero auspicabili per permettere un’esperienza di lettura davvero ottimale, ma siamo comunque già a buon punto.
    I tanti e-reader pendolari che vedo ogni mattina/sera mi fanno ben sperare: non ci estingueremo rapidamente 🙂

    Piuttosto temo anch’io che lo sviluppo e le vendite di questi dispositivi possano essere frenati dai tablet, che hanno i loro pregi quando si è in viaggio, ma sono TREMENDI per leggere sulla lunga durata.
    Provate a godervi un bel thriller in spiaggia senza costruirvi una tenda di salviettoni per riparare lo schermo, poi ne riparliamo 😉 🙂