“Frittata alle ortiche” di Mara Roberti [ #EbookIncipit ]

La rubrica #EbookIncipit di eBookReaderItalia.com è un appuntamento con gli ebook autoprodotti, il selfpublishing, e con i libri pubblicati in solo formato digitale. Leggerete qui l’anteprima di ebook distribuiti in proprio oppure attraverso piattaforme selfpub, ma anche progettati da “editori 100per100 digitali” o in collane solo digitali di editori tradizionali. Non parliamo addosso a un autore e ai suoi scritti, invece vi offriamo in lettura l’incipit della sua opera, un’anteprima delle prime tre “cartelle” – come si dice in gergo editoriale – cioè 5400 battute.

In #EbookIncipit è l’autore a mettersi in gioco con i brani d’inizio del suo ebook. Il titolo che vi proponiamo oggi è…

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Frittata alle ortiche. La ricetta del perdono

frittata_alle_ortichedi Mara Roberti

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«Signora, fatto trenta faccio trentuno. La porto su anche per l’ultimo pezzo di strada?»

Giulia alzò gli occhi. La grande casa gialla con le persiane verdi era accovacciata in cima alla collina come un cane fedele. Identica a come la ricordava. La stessa parete illuminata dal sole, su cui aveva letto tante volte l’ora del giorno. La ruota verde di legno che si intuiva anche da quella distanza, con la vernice scrostata da sempre. Il piccolo boschetto sulla destra, i rami che si protendevano verso la casa.

La casa che per anni aveva rappresentato la fine di un lungo viaggio in macchina e l’inizio delle vacanze. I pantaloncini corti, i piedi nudi, le ginocchia sbucciate, le bici con le ruote sempre sgonfie.

«No, grazie.» Giulia prese un profondo respiro. «L’ultimo pezzo di strada voglio farlo da sola.»

«Sicura?»

«Sì, sono sicura, grazie.»

«Guardi che non ci metto niente a portarla fino a su» insistette l’uomo e indicò con un cenno del mento la sua pancia. «Con ’sto caldo… E c’ha pure lo zaino.»

«È uno zaino leggero. Mi dica quanto le devo.»

Un attimo dopo il taxi scomparve dietro la curva e Giulia si posò una mano sul pancione. «Siamo io e te da sole, adesso, signorina, giusto? Tanto vale che ci abituiamo.»

Probabilmente era stata una stupidaggine, dopo il viaggio in aereo era distrutta e faceva davvero troppo caldo per affrontare la salita. Ma non sopportava il pensiero di arrivare in taxi, come un’ospite qualsiasi. Si sarebbe sentita un’estranea. E si sentiva già abbastanza estranea così.

A metà del viale era in un bagno di sudore e dovette sostenere il pancione con una mano, perché notava alcune fitte al basso ventre. Quando arrivò nel grande spiazzo davanti alla casa e la ghiaia che le scricchiolava sotto le scarpe la accolse come tante altre volte, si sentì trafiggere il fianco destro e l’aria fresca che proveniva dal boschetto le gelò il sudore alla base della schiena. Come se non bastasse, porte e finestre erano chiuse.

Giulia raggiunse la panca di legno contro la parete e si sedette per riprendere fiato. Guardò il grande gazebo a picco sul bordo della collina, sotto il quale avevano pranzato tante volte d’estate. Era invaso dall’edera, che si attorcigliava ovunque, perfino sulle gambe di un tavolino di plastica bianco abbandonato in un angolo.

Con la grande porta di legno chiusa, la casa sembrava in attesa. Come se trattenesse il respiro. Era tutto stranamente fermo e silenzioso, nel cortile squadrato delimitato su due lati dalla facciata. Lo stai aspettando anche tu, eh? pensò Giulia guardando la casa. E sentì che le bruciavano gli occhi. Nessuno ti ha avvisata che non tornerà più a prendersi le sue cose, a rimettersi gli stivali pieni di fango che lasciava sempre vicino alla porta, a infilarsi i vecchi guanti verdi da giardino pieni di buchi. Che non ti scalderà più mettendo i ceppi nel camino e non si prenderà più cura di te ricordandosi di chiudere l’acqua di inverno e le persiane d’estate. Se n’è andato senza salutare neanche te.

Giulia si sfilò le scarpe e agitò le dita. Aveva i piedi gonfi per il caldo. E anche le caviglie. Appena possibile, avrebbe dovuto tenerle in alto. Si appoggiò alla parete e si ricordò troppo tardi che a farlo ti restava il giallo dell’intonaco incollato ai vestiti. Si girò per cercare di pulirsi la camicia sulla schiena e in quel momento sentì alcuni cespugli frusciare e vide un muso nero che faceva capolino. Un grosso cane che non aveva mai visto prima attraversò di corsa il cortile e si fermò a qualche metro da lei, scodinzolando indeciso. Un attimo dopo, sua sorella comparve sullo spiazzo, con una salopette di jeans, gli stivali e un cesto di vimini appeso al braccio. Alzò la testa e le sorrise da sotto la larga tesa del cappello. Anche così, sporca di fango e con i capelli biondi spettinati, era comunque bellissima. Aveva una grazia naturale che Giulia, con tutti i suoi vestiti alla moda e le ore passate dal parrucchiere, non avrebbe mai avuto.

E mentre le si avvicinava a grandi passi, preceduta dal cane che le annusava sospettoso i piedi gonfi e arrossati, Giulia pensò che aveva fatto tutta la salita per niente. Per sentirsi comunque un’estranea, seduta davanti alla porta chiusa di casa sua, come se fosse lì perché aveva qualche consegna da fare.

Accarezzò timidamente il cane e si alzò.

«Sei arrivata in anticipo!» esclamò Elena prima di stringerla in un abbraccio, un po’ goffo per via del pancione. Si scostò e la squadrò da capo a piedi. Quando lo sguardo scese sulla pancia, a Giulia parve di vederla irrigidirsi, ma fu solo un istante, poi Elena sorrise. «Ma guardati. Tu, mamma… Chi l’avrebbe mai detto?»

Giulia si strinse nelle spalle. «Perché hai chiuso?»

Lì in campagna la porta di casa restava sempre aperta. La chiudevano solo quando partivano o la sera, prima di andare a dormire.

«Per le vespe. C’è un’invasione. Sei qui da molto?»

«No, cinque minuti. Ma muoio di sete.»

«Non hai portato le chiavi?» le chiese Elena aggrottando la fronte e subito dopo guardò perplessa il piccolo zaino. «Ti fermi così poco?»

Giulia cercò il modo di rispondere senza svelarle troppo. Non se la sentiva ancora di raccontarle tutto. Non subito. Era già abbastanza difficile essere lì. «Ero in ritardo e non le trovavo.»

«Ci dev’essere una copia qui da qualche parte, poi te la cerco.»

«Posso cercarmela da sola» rispose e si rese conto troppo tardi di avere usato un tono sulla difensiva. «Ma grazie comunque.»

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  • Autore: Mara Roberti
  • Bio: Mara Roberti, come si definisce lei stessa, è «una femminista alle prese con il rosa», con la letteratura rosa. Vive in Spagna.
  • Anno pubblicazione: 2015
  • Lingua:  italiano
  • Categorie: romanzo sentimentale
  • Autopubblicato con: Emma Books
  • Formati ebook disponibili: epub e formato Kindle
  • Dimensione file: 1,5 MB
  • Lunghezza: 49 pp.
  • Protezione: social Drm
  • File/Record aggiornato il: n.p.
  • ISBN: 9788868930349
  • Prezzo: € 0,99

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