“Le anime rubate” di Paolo Euron [ #EbookIncipit ]

paolo_euronLa rubrica #EbookIncipit di eBookReaderItalia.com è un appuntamento con gli ebook autoprodotti, il selfpublishing, e con i libri pubblicati in solo formato digitale. Leggerete qui l’anteprima di ebook distribuiti in proprio oppure attraverso piattaforme selfpub, ma anche progettati da “editori 100per100 digitali”. Non parliamo addosso a un autore e ai suoi scritti, invece vi offriamo in lettura l’incipit della sua opera, un’anteprima delle prime tre “cartelle” – come si dice in gergo editoriale – cioè 5400 battute.

In #EbookIncipit è l’autore a mettersi in gioco con i brani d’inizio del suo ebook. Il titolo che vi proponiamo oggi è…

 

Le anime rubate

di Paolo Euron

1

Dopo tutta questa storia, se Roberto avesse dovuto suggerire un’immagine della propria anima, probabilmente ti avrebbe descritto certi lotti vacanti confinanti lungo linee incerte, sbiancati dal sole, percorsi da branchi di cani che marciano lenti, non per stanchezza, come penseresti vedendoli tanto smunti, ma perché intendono impiegare più tempo possibile per attraversare quel terreno, prima di tornare indietro.

2

A Bangkok il caldo costringeva Roberto a camminare rasente al muro, dove si raccoglieva un po’ d’ombra. I tassisti erano sdraiati sulle loro motociclette, al riparo degli ombrelloni stinti, i piedi sul manubrio, e ti osservavano passare con sguardo assorto, come se volessero farti capire che quel cerchio d’ombra era proprio il luogo in cui loro avevano avuto intenzione di arrivare e in cui desideravano rimanere. Anche le auto nell’ingorgo sembravano soffrire l’immobilità del caldo, vibrando come girini sul fondo di una pozzanghera. Le carrozzerie erano avvolte da una bolla di calore che ti pareva di poter toccare. La gente cercava rifugio nel centro commerciale, dove l’aria condizionata mostrava oltre i vetri uno spettacolo diverso: pigri tassisti che dormivano sui loro mezzi e l’immobilità del traffico perenne del centro.

Roberto camminava verso la fermata del bus che lo avrebbe portato alla stazione della corriera, e quella verso il mare, verso casa. Sul lato opposto della strada svettava il massiccio complesso di metallo e vetro del centro commerciale.

Pensò che se attraversava il corso e proseguiva all’interno del centro commerciale, sarebbe stato circondato dal mite inverno di aria condizionata che, per chi vive ai tropici, è un po’ come il paradiso terrestre, così come il paradiso terrestre, per chi vive altrove, sono i tropici. L’idea di primo acchito gli parve buona, come in genere pare delle idee sciocche. Salì sul primo passaggio pedonale, attraversò il corso ed entrò nell’edificio.

Da quel poco della propria religione che in quel momento gli passava per la mente, sentiva che dai paradisi terrestri si esce per aver commesso un errore. Non immaginava che potesse essere anche un errore cercare di entrarci. Gli balenò in mente che il termine giusto non era errore ma peccato, Adamo ed Eva uscirono dal paradiso terrestre per aver commesso un peccato. Tuttavia la parola peccato non esisteva tra gli stati d’animo che da quasi quarantott’ore facevano funzionare la sua mente. Il peccato non esisteva nell’anima di quella ragazza thailandese e il termine errore era il concetto più simile che quell’anima gli poteva offrire.

Entrare nel centro commerciale fu l’errore da cui tutto ebbe inizio.

3

Sapeva di essere stato individuato. L’apparecchio con il sensore termico non aveva emesso alcun segnale, ma i volti dei militari che lo manovravano si erano tesi. I tre soldati si erano scambiati uno sguardo di sfuggita, appena un accenno di sguardo, di quelli intensi per passare inosservati. E probabilmente sarebbe anche passato inosservato, quello sguardo, se soltanto fosse stato scambiato in presenza di un uomo. Tuttavia quei tre non potevano ingannare i sensi attenti di una sedicenne.

Non gli restavano che pochi secondi, pensò. Si disse che lo avrebbero chiamato, avrebbero cercato di bloccarlo, poi se non avesse risposto al primo richiamo e avesse dimostrato l’intenzione di fuggire, probabilmente sulla camicia si sarebbe disegnato il pennello del puntatore laser. Infine, questione di attimi, il proiettile avrebbe colpito un qualche punto percorso, tra uno scatto e l’altro, da quell’insetto rosso. Non immaginava tanto sangue. Non era Roberto a pensare. Lasciava il compito di notare i particolari e di trarne le conseguenze all’anima di quella sedicenne che si era fatta carico del suo corpo. Tuttavia Roberto smise per un istante di ascoltare i pensieri della sua ospite e si disse che una sedicenne in cerca di avventure, in quelle circostanze, avrebbe dovuto pensare innanzitutto al sangue, se ne esce tanto o poco, non al meccanismo di un puntatore laser. Poi tacque ed ascoltò se dall’anima di quella ragazzina arrivava qualche consiglio che gli potesse tornare utile. Si disse che in fondo quella era la sua patria, quelli i suoi simili. Tuttavia sono fatte così le anime, aspettati una risposta, e loro tacciono.

Roberto aveva una certezza, non sua, ma di quell’anima presa a prestito, che contro quello straniero di mezz’età, caucasico e sudato, avrebbero sparato.

4

Roberto accelerò il passo. Udì un trapestio alle spalle. Iniziò a correre. Si chiese come aveva potuto non notare quel congegno all’ingresso che lo scrutava. Da che paese proveniva quella ragazzina che non aveva mai visto prima un rilevatore di temperatura? Ormai era troppo tardi. Raggiunse il parapetto che delimitava la balconata e attraversava con una linea serpentina il primo piano del centro commerciale. Il piano sottostante distava troppo per un salto. A pochi metri da lui la scala mobile tagliava diagonalmente l’atrio e si posava davanti all’uscita, di fronte alla salvezza.

«Signore!» udì chiamare alle spalle.

Ci siamo… pensò Roberto. O, meglio, pensò qualcuno in lui e per lui. Troppa gente affollava la scala mobile e tutte le altre possibili vie di fuga erano irraggiungibili. Notò due poliziotti ai piedi della scala. Alzavano i loro fucili con il cannocchiale verso la balconata. I pensieri che si mischiavano ai suoi gli impedivano di concentrarsi. Poi si accorse a cosa stava pensando. Quella voce che lo aveva chiamato era una voce di donna.

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  • Autore: Paolo Euron
  • Bio: filosofo, insegna “History of Italian Ideas” presso la Chulalongkorn University di Bangkok.
  • Anno pubblicazione: 2013
  • Lingua:  italiano
  • Categorie: noir metafisico
  • Autopubblicato con: Narcissus
  • Formati ebook disponibili: epub e formato Kindle
  • Dimensione file: n.p.
  • Lunghezza: 183 pp. cartaceo
  • Protezione: no Drm
  • File/Record aggiornato il: n.p.
  • ISBN: 9788868555986
  • Prezzo: € 0,99

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