Salone del Libro Torino: come orizzonte un #SalTO ‘Oltre il confine’

È stato presentato il 30° Salone Internazionale del Libro di Torino dal Direttore editoriale Nicola Lagioia e dal Presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura Mario Montalcini.

Gipi 1_2017Il tema portante è Oltre il confine, che di fronte alla stringente attualità dà la visione di come libri e cultura siano la via per superare i muri. L’immagine disegnata per la manifestazione da Gipi è infatti, a memoria, tra le più emblematiche e significative del Salone.

Le parole sul Salone sono molte e affidate a comunicati. Noi scegliamo di trascrivere integralmente l’intervista a Nicola Lagioia, in studio Rai3 con Maura Fassio, andata in onda nel TG Piemonte del 22 febbraio, edizione 19,30.

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M.F. E con molto piacere che ospitiamo Nicola Lagioia, direttore di questo 30esimo Salone. Allora, innanzitutto le chiedo come si sente, qual è il suo stato d’animo, perché lei ha ereditato una situazione molto complicata.

Lagioia. La situazione questa estate, da quello che si leggeva sui giornali e si sentiva in televisione, sembrava complicata, però siamo riusciti a “ribaltare” il tavolo. Chi l’avrebbe detto? Quindi ci sentiamo… – lo uso non come plurale maiestatis ma perché è un gruppo di lavoro quello del Salone del Libro –, come dire, affaticati perché ormai facciamo anche le notti alla Fondazione, però siamo contenti.

Il fatto che tutti questi editori accettassero il nostro progetto e decidessero di venire al Salone, di confermare la presenza, non era scontato.

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Nicola Lagioia, intervista al TGR Piemonte 22 febbraio 2017.

E poi, appunto, il Salone non è semplicemente fare lo struscio sulla via principale della città dell’editoria ma è anche cercare di spostare qualche cosa dal punto di vista culturale.

Che cosa c’è di più bello, come si vede nell’immagine del manifesto di Gipi, di un libro che supera un muro. Fino alla fine del Novecento sembrava che i confini fossero in via di dissoluzione, oggi si moltiplicano; che i muri crollassero – il Novecento finisce con il crollo del Muro di Berlino – e oggi c’è qualcuno che i muri li vuole ricostruire.

M.F. Sì, il tema scelto è proprio un tuffo nella contemporaneità.

Lagioia. Sì, un tuffo nella contemporaneità. Anche, per esempio, il Paese straniero su cui faremo l’approfondimento, che sono gli Stati Uniti: quest’anno in maniera inaspettata Bob Dylan ha vinto il Nobel per la Letteratura, ma in maniera forse ancora più inaspettata Donald Trump è diventato Presidente degli Stati Uniti. Questa è chiaramente una contraddizione. Questo è un Paese, gli Stati Uniti, che preferisce erigere muri o spalancare orizzonti? Forse entrambe le cose. Un paese è anche una contraddizione, e cos’è meglio dei libri per esplorare anche le contraddizioni.

M.F. Ecco, quale sarà l’anima di questo Salone? Che cosa ci dobbiamo aspettare?

Lagioia. Ci dobbiamo aspettare appunto un Salone che non dia ovviamente delle risposte, perché i libri non devono dare delle risposte (inevitabilmente sbagliate), ma sollevare le domande giuste sì. Allora chi arriverà appunto a Torino dal 18 al 22 maggio – i torinesi innanzitutto, i piemontesi ma poi da tutta Italia e da tutta Europa si arriva a Torino nei giorni del Salone – avrà un poco di tasselli per capire un po’ meglio il tempo in cui viviamo, che non è un tempo facile.

Ma a parte l’approfondimento, sarà anche una grande festa. Il concerto di Patti Smith che apre il Salone ci dice che sarà anche un Salone molto musicale, ci sarà in mezzo Narrazioni Jazz che si contaminerà felicemente con il Salone. Quindi saranno anche 5 giorni, mi viene da dire come Woodstock, 5 giorni di Amore Musica Cultura Letteratura all’insegna del costruire ponti, anziché elevare muri.

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