“Sindone, le belle tracce” di R. Palma – G. Terzuolo [ #EbookIncipit ]

La rubrica #EbookIncipit di eBookReaderItalia.com è un appuntamento con gli ebook autoprodotti, il selfpublishing, e con i libri pubblicati in solo formato digitale. Leggerete qui l’anteprima di ebook distribuiti in proprio oppure attraverso piattaforme selfpub, ma anche progettati da “editori 100per100 digitali” o in collane solo digitali di editori tradizionali. Non parliamo addosso a un autore e ai suoi scritti, invece vi offriamo in lettura l’incipit della sua opera, un’anteprima delle prime tre “cartelle” – come si dice in gergo editoriale – cioè 5400 battute.

[ Avvisiamo che il seguente ebook, di storia e arte della pietas religiosa, è sconsigliato per una lettura su ereader e-ink; è per tablet a colori, si tratta di un formato pdf e consta di 37 pagine, con 200 immagini su dettagli degli affreschi e la loro localizzazione, con toponomastica e indicazione satellitare GPS. È presentato qui per la rarità di ricerca storico-artistica locale. Ricostruisce quella pietas popolare che disseminò di affreschi sindonici, dal XVI al XX secolo, l’esterno di chiese, palazzi e case private del Piemonte e della Valle d’Aosta. Il tema è quanto mai attuale dato che dal 19 aprile al 24 giugno di quest’anno l’ostensione della Sindone richiamerà a Torino turisti e pellegrini da tutto il mondo. ]

In #EbookIncipit è l’autore a mettersi in gioco con i brani d’inizio del suo ebook. Il titolo che vi proponiamo oggi è…

Sindone, le belle tracce

Affreschi sindonici in Piemonte e Valle d’Aosta

di Raffaele Palma e Giuseppe Terzuolo

Premessa

Un affresco sindonico a Cuneo, vi compare sant’Antonio del deserto.

Un affresco sindonico a Cuneo, vi compare sant’Antonio del deserto.

La peste (la più famosa è la peste nera del 1347-1351) che falcidiò oltre la metà delle popolazioni europee tra il 1200 e il 1600, generò due filoni di arte figurativa assolutamente inedita fino ad allora: gli affreschi interni a chiese e cimiteri, denominati “danze macabre”, e affreschi esterni sulle pareti di diverse tipologie di edifici, denominati “affreschi sindonici”.

In Piemonte i principali protettori contro la peste sono sant’Antonio del deserto (raffigurato a Cuneo con il maiale il cui grasso veniva utilizzato come medicamento per gli appestati), san Francesco d’Assisi che portava le stigmate irradiategli dal crocefisso (piazza San Carlo a Torino) e i santi Rocco e Sebastiano raffigurati a Savigliano l’uno con la piaga della peste nella coscia, l’altro con le piaghe delle frecce con cui fu martirizzato.

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L'affresco con Sindone a Savigliano.

L’affresco con Sindone a Savigliano.

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La Sindone

Le dimensioni del Lino sono di 4,42 m di lunghezza e 1,12 di larghezza. Le misure dell’uomo impresso sul tessuto sono all’incirca di 1,80 m. Alcuni dettagli: l’uomo sindonico nell’impronta dorsale risulta di cinque centimetri più grande dell’impronta frontale. Una gamba più corta dell’altra di due centimetri. Le rispettive metà del volto sono asimmetriche tra loro.

Il Lino

Nell’ipotesi degli studiosi, è stato tagliato per una striscia longitudinale la prima volta nel corso del secolo XII per esaudire il pio desiderio di S. Luigi IX di mettere nella S. Cappella di Parigi una reliquia (sia pur ricavata da una parte non impressa della Sindone) a venerazione dei fedeli, tra le reliquie della Passione già presenti in loco, accanto alla Spina e al Chiodo. Successivamente, nel secolo XVI un’altra striscia longitudinale venne tagliata e ricucita sulla parte opposta affinché l’immagine risultasse nuovamente centrata su tutta la superficie. Pare che altri tagli sui due lati minori del Telo siano stati fatti nel corso dei secoli poiché la parte anteriore dei piedi oggi si vede solo parzialmente. Dopo il 1534 la Sindone è stata conservata sino ad oggi con una doppia protezione: un tessuto di lino trapuntato in tutta la sua superficie serviva a darle consistenza, mentre un drappo di seta era posato sull’area impressa a protezione dell’immagine. Le toppe che ricoprivano i buchi causati dall’incendio del 1532 sono state rimosse nel 2002. Per convenzione il Lenzuolo funebre viene esposto con l’immagine frontale a sinistra e in caso di ostensione verticale con il volto in basso.

La Sindone e il suo percorso

La Sindone è un documento storico di straordinaria importanza e con la sua enigmatica immagine nel corso dei secoli ha stregato gli artisti, i potenti e la gente comune e di volta in volta ha visto dilagare riproduzioni artistiche, iconiche, oggettuali e parietali.

Gli artisti usavano dipingere l’immagine del lenzuolo funebre a richiesta di alti personaggi (copie più o meno simili) o sull’esterno degli edifici (con fattezze più modeste) durante le pesti del Seicento e Settecento sia in Savoia che nel Nord-Italia; usanza che si è protratta fino alla fine dell’Ottocento. Si voleva, infatti, che la Sindone proteggesse la propria abitazione dal contagio della pestilenza, dopo che San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, fece per primo il celebre voto al Santo Sudario di Cristo per fermare il male. Qualche volta affreschi sindonici sono stati anche messi a protezione contro guerre e carestie. Pochissimi sono gli affreschi di recente fattura; la loro funzione è di semplice rievocazione o realizzati con intento apotropaico. Altrettanto rare le Sindoni in volume: sculture in conglomerato laterizio o metallo usate in aree sacre (chiese, cimiteri, ecc.). Il percorso del Lino comincia da Gerusalemme il I secolo d.C. per proseguire a Edessa (Turchia). Da qui, nel 944, arriva a Costantinopoli e nel 1204 si trasferisce in Europa. La ritroviamo nel 1353 in Francia a Lirey, nel 1453 a Ginevra e successivamente a Chambéry (Francia) per trasferirsi definitivamente a Torino nel 1578. Ma nel 1536 si trovò a Vercelli, nel 1706 a Genova, nel 1939-1946 ad Avellino. I custodi della Sindone sono stati: gli Imperatori d’Oriente a Costantinopoli, i Templari (in Inghilterra?), i canonici a Lirey, Margherita di Charny, Anna di Lusignano moglie del duca Ludovico di Savoia ed infine, dal 1983, il Papa. Gli interventi sulla Sindone sono stati causati da due incendi di cui il più disastroso è stato quello di Chambéry del 1532, ma già c’erano tracce sul Lino di uno precedente.

Presenze sindoniche in Piemonte e Valle d’Aosta

Trovare sulle pareti delle case affreschi a soggetto religioso è abbastanza usuale; tra questi frequenti e spesso poco conosciuti sono quelli che riproducono la Santa Sindone. Pochi recano scritta la loro data originaria (qualcuno anche il nome esatto del pittore) ma moltissimi risalgono al Sei-Settecento. La rappresentazione della Sindone si può trovare in tre luoghi specifici: sulle facciate di palazzi pubblici, su quelle delle case private e su quelle delle chiese parrocchiali, confraternali e cappelle.

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  • Autore: Raffaele Palma e Giuseppe Terzuolo
  • Bio: Raffaele Palma, autore dell’associazione CAUS (Centro Arti Umoristiche e Satiriche), e don Giuseppe Terzuolo, sacerdote.
  • Anno pubblicazione: 2015
  • Lingua:  italiano
  • Categorie: storia e arte locale, religione
  • Pubblicato con: Editris Duemila, nella collana «ShortGuides»
  • Formati ebook disponibili: pdf (con 200 immagini con dettagli degli affreschi e la loro localizzazione, con toponomastica e indicazione satellitare GPS).
  • Dimensione file:  n.p.
  • Lunghezza:  37 pagine
  • Protezione: no Drm
  • File/Record aggiornato il: n.p.
  • ISBN: 9788889853405

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One Comment

  1. Libro interessantissimo, giustamente in pdf per le immagini spero a colori: dimostra ancora una volta che gli ereader attuali sono tecnologicamente ancora molto acerbi e troppo piccoli.