Se guardate le App con occhi speciali vi imbatterete in App… però!, un blog fatto da persone che per lavoro o per cura stanno a contatto con chi ha bisogni educativi speciali e bisogni comunicativi complessi.
Nella loro esperienza quotidiana il tablet non è un gadget, ma è invece un ausilio. Confrontandosi tra di loro hanno notato che mancava una mappatura delle app educative che definisse quali tornano utili nei processi inclusivi e compensativi. Non si sono persi d’animo e hanno iniziato a stilare il catalogo delle app, una a una per macrocategorie (tipo di tablet, lingua, prezzo, tipologia o contenuto), con l’intento poi di profilarle per “categorie più pragmatiche“(autonomia, comunicazione aumentativa e alternativa, discriminazione visiva, ecc.).
Il progetto di appinclusion percorre un sapere molto specialistico fatto di flashcard, lettoscrittura, linguaggio, pregrafismo, ma le schede di recensione delle app avvicinano invece il lettore comune agli argomenti in maniera molto trasparente e didattica. La lettura non risulta solo per addetti ai lavori ma passa attraverso la sapiente scelta di illustrare le app usando i simboli ARASAAC (una collezione di simboli del Portal Aragonés de la Comunicación Aumentativa y Alternativa), che per la loro immediatezza permettono di farsi un’idea definita e di collocare l’app sotto criteri chiari e distinti.
App… però! è nato da poco e il progetto è ambizioso, ma i presupposti che diventi un punto di riferimento per il settore educativo e riabilitativo ci sono tutti.
Sapete che cosa ci viene in mente? Che operazioni coraggiose e titaniche come queste iniziano sempre da un manipolo di idealisti e poi la Rete le fa concrescere oltre lo sperabile. Utopico? Possibile.
(N.B. Tanto per ribaltare i segni di punteggiatura dello slogan di quest’anno della Biennale Democrazia, appena conclusasi a Torino.)
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Grazie per l’attenzione! Ne siamo rimasti piacevolmente stupiti! E allora approfitto per aggiungere qualche info su di noi.
Il “manipolo” 😉 si è aggregato in questi anni intrecciando casualmente le strade di persone che, per scelta o per necessità, hanno a che fare con la disabilità. Il nostro interesse primario è la CAA, che in Italia è troppo spesso conosciuta poco e male e che ha davanti a sé innumerevoli possibilità di sviluppo e applicazione. L’utilizzo del tablet con una collezione di simboli CAA fa di questo un comunicatore, anche se quando si parla di tablet a scuola non c’è nessuno che lo dica (probabilmente perché neanche ci si pone il problema). Dunque, tratteremo sicuramente delle app per la CAA ancora ai prodromi in Italia, se confrontiamo la scelta e l’offerta del mercato statunitense. Però non c’è solo la CAA. Ci sono anche tutte le app educative che non sono state studiate appositamente per Bisogni Educativi Speciali, ma che si possono utilizzare anche per questi con alcuni accorgimenti. Questo è un elemento molto importante per la nostra politica di sostegno all’inclusione (usare gli stessi materiali didattici o gli stessi giochi è il primo passo) nonché di argine alle speculazioni che, in particolare in Italia, si fanno su un certo tipo di materiale didattico…
Dulcis in funso, cerchiamo di postare soprattutto recensioni di app che abbiamo provato direttamente. E mi fermo qui. Grazie per l’ospitalità 🙂
Grazie, Maria Grazia, in effetti è proprio come dici tu di tablet e Comunicazione Aumentativa e Alternativa non si sente parlare granché a scuola. Vi seguiremo da vicino. 🙂