La distribuzione di contenuti in formato immagine con lo standard IIIF

Lo standard IIIF (International Image Interoperability Framework) per fine 2020 sarà esteso a tutte le biblioteche del circuito MLOL. Ad annunciarlo è Giulio Blasi di MediaLibrary presentando le nuove funzionalità nella distribuzione dei contenuti in formato immagine sul portale di Estense Digital Library.

Per capire l’importanza di questo cambiamento bisogna forse anche per questa volta pensare a quanto è mutata la nostra esperienza sui contenuti online dopo la Covid-19 (sì, la Covid è femminile, perché è una malattia, mentre maschile è il virus, il coronavirus).

Lo standard IIIF se usato a scuola e in editoria

Pensate alla difficoltà per gli insegnanti nel reperire iconografia online per fare videolezioni.

Immaginate gli studenti alla ricerca in rete di immagini per le loro tesine di fine corso.

Pensate non di meno ai problemi di copyright che l’editoria scolastica affronta per offrire nei libri di testo opere pittoriche, ritratti, riproduzioni di documenti storici o mappe antiche.

Ecco, lo standard IIIF adottato in biblioteche, centri studi, fondazioni e musei rende condivisibili le immagini, senza ledere i diritti di copyright e potendo rielaborarle a scopi didattici. Nella pratica l’insegnante potrà, usando il viewer della biblioteca che usa IIIF, distribuire immagini ad altissima definizione, manipolarle con zoom e screenshot in base alle necessità della lezione che desidera allestire, creare collezioni virtuali che attingono a musei o istituzioni diverse e lontane e compararne le opere, creare una presentazione di immagini e testo (usando un editor si creano nel proprio account “Storie” – guarda il tutorial – , approdando finalmente anni luce oltre il PowerPoint!), fare ritagli all’immagine e condividere con un link stabile al di fuori della piattaforma (e il link per sua stabilità riporterà sempre alla piattaforma).

Si tratta inoltre di educare alle fonti documentali primarie, educare alla ricerca e al rispetto della fonte insegnanti, studenti ed editori. Non si vive più “di rapina” e “saccheggio” in rete per allestire la tesina con quadri o immagini senza domandarsi l’origine della fonte: si parte invece dal digitalizzato in alta definizione conservato in una biblioteca. Il viewer che visualizza l’opera d’arte diventa il luogo di lavoro condiviso, di ricerca, di studio.

Condividere e annotare le immagini

Condiviso perché lo standard IIIF permette anche di annotare l’immagine e quindi condividere i propri progressi di ricerca con una cerchia di studiosi, per esempio. Oppure condividere su social come Facebook e Twitter l’opera d’arte, senza che dal nostro post scompaia l’immagine a opera di algoritmi censorii della piattaforma che filtrano in base al copyright protetto.

Insomma, IIIF è un punto di svolta per le immagini in rete ma anche sulla carta stampata e, come scrive Giulio Blasi, è necessario rendersi conto che “sviluppare mille micro-portali istituzionali senza utenza reale è totalmente inutile in questa prospettiva, ancora più inutile di quanto lo fosse già prima”.

Per vedere in funzione il viewer della Estense ecco il tutorial di Andrea Zanni di MLOL che illustra le funzionalità dello standard IIIF.

Fonte:

IIIF e il cambio di paradigma nello sviluppo di biblioteche digitali

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