“Maschere di guerra” di Matteo Zola [ #EbookIncipit ]

La rubrica #EbookIncipit di eBookReaderItalia.com è un appuntamento con gli ebook autoprodotti, il selfpublishing, e con i libri pubblicati in solo formato digitale. Leggerete qui l’anteprima di ebook distribuiti in proprio oppure attraverso piattaforme selfpub, ma anche progettati da “editori 100per100 digitali” o in collane solo digitali di editori tradizionali. Non parliamo addosso a un autore e ai suoi scritti, invece vi offriamo in lettura l’incipit della sua opera, un’anteprima delle prime tre “cartelle” – come si dice in gergo editoriale – cioè 5400 battute.

In #EbookIncipit è l’autore a mettersi in gioco con i brani d’inizio del suo ebook. Il titolo che vi proponiamo oggi è…

Maschere di guerra

Le ragioni occulte del conflitto in Repubblica democratica del Congo

di Matteo Zola

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maschere_di_guerraIntroduzione

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Nella foresta è proibito parlare, si cammina in fila, senza sentiero né strada, senza direzione diversa dalla foresta stessa, come bussola un machete ad abbattere fronde di giungla fino a qualche radura o prato alto di erbe secche, acquitrini di zanzare e sudore, e poi di nuovo dentro al bush, la boscaglia fitta di liane e radici alle caviglie dove poche centinaia di metri sono ore di marcia. E si avanza così, nel fogliame dei respiri affannati, kalashnikov in spalla, fino al prossimo accampamento. Qui un ruscello quasi disseccato riempie le borracce – si beve poco, si è addestrati a farlo – e i combattenti si segnano la fronte con le dita umide. Una croce. Gli occhi rossi e umidi, sotto effetto di droghe per uccidere meglio, fissano un punto vuoto nella giungla. Poi un ordine gridato, la soldataglia corre sull’attenti sollevando la polvere terrosa e rossastra. Un uomo stretto in una divisa raccogliticcia urla qualcosa a quei predoni in fila. Hanno facce giovani, agitano kalashnikov e machete, armi del medioevo africano. Si fanno chiamare Movimento 23 marzo, sono attivi nel Nord Kivu, regione nord-orientale della Repubblica democratica del Congo. Il loro “presidente” è un vescovo, il loro capo un criminale di guerra. Sono perlopiù di origine Tutsi, alcuni hanno combattuto con Laurent Nkunda, nel Cndp (Congrès national pour la défense du peuple), una delle tante milizie che hanno insanguinato questa parte di Africa, prima che una guerra intestina portasse, nel 2009, alla resa di Nkunda e allo scioglimento della milizia. Nkunda, il “ribelle per Cristo”, pastore di un Avvento criminale, signore di una guerra più grande di lui, attraversò il confine ruandese nel gennaio di quell’anno e si consegnò al governo di Kigali. Ma non per questo il sangue ha cessato di scorrere. La fazione vittoriosa del Cndp, guidata da Bosco Ntaganda, proseguì la lotta: loro nemici giurati erano il governo congolese e le milizie Hutu delle Fdlr (Forces Democratiques de Libération du Rwanda). Già, perché il conflitto tra Tutsi e Hutu  è proseguito, dopo il genocidio ruandese del 1994, in territorio congolese. Il disastro di due guerre definite “mondiali” e di un conflitto latente e permanente hanno origine proprio in quel genocidio che dal Ruanda è stato ‘esportato’ in Congo. Le milizie Tutsi, vicine al governo di Kigali, legittimano la loro presenza in Repubblica democratica del Congo proprio in virtù della presenza delle milizie Hutu, i genocidari del 1994, che ancora rappresentano (almeno in teoria) una minaccia per lo Stato ruandese e per i Tutsi del Congo, detti banyamulenge. Secondo i miliziani ruandesi i “fratelli Tutsi” del Kivu sarebbero stati abbandonati a se stessi dal governo di Kinshasa. La lotta ha però altre ragioni: mantenere il controllo sul territorio e sulle sue preziose risorse, schiavizzando la popolazione, trafficando in minerali e droga, predando e distruggendo.

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L’opposizione dell’esercito regolare congolese è stata inefficace malgrado l’evidente vantaggio numerico. Nel novembre 2012, dopo avere subito dal M23 una serie di “battute d’arresto” a Goma, senza peraltro che ci fosse alcun combattimento reale, l’esercito congolese si è arreso ai rivoltosi. Le connivenze e complicità sono apparse evidenti al punto che il Gruppo di osservatori delle Nazioni Unite per la regione dei Grandi Laghi, nel suo rapporto sulla crisi congolese, ha stabilito una connessione tra Bosco Ntaganda e il capo di Stato maggiore ruandese, nonché ministro della Difesa, James Kabarebe.

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Allo sdegno ipocrita del governo ruandese è seguita la resa di Bosco Ntaganda che, nella data non casuale del 23 marzo 2013, si è consegnato all’ambasciata americana a Kigali chiedendo di essere trasferito alla Corte penale internazionale dell’Aja. Le cause della resa restano ignote ma si profila una nuova ristrutturazione del potere in Kivu. La resa di Ntaganda non è un segno della pace imminente quanto, nel continuo processo di disgregazione e genesi delle milizie, un passaggio di potere.

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Questi conflitti sono fin qui costati, in pochi mesi, 800mila profughi e la resa di Ntaganda non sembra una buona notizia, quanto l’ennesima filiazione e ri-aggregazione dei movimenti combattenti nella regione. La fine di un leader segna sempre il sorgere di un altro capo criminale. La sconfitta di una milizia è sempre la nascita di altre due. Ntaganda è un simbolo criminale delle due guerre del Congo, combattute negli anni Novanta e Duemila, ma il conflitto attuale, latente e continuo, mantenuto ad arte da signori della guerra interessati ai grandi traffici, chi lo fermerà? Ogni conflitto ha i suoi beneficiari e l’attuale conflitto in Congo (come pure le due guerre che l’hanno preceduto) sono il risultato non già di tensioni etniche o competizione per le risorse ma di una complessa macchina predatoria e criminale dove gli interessi particolari si celano dietro a insospettabili (e spesso indecifrabili) maschere. Svelare cosa si nasconde dietro queste maschere di guerra richiede di addentrarsi nelle vicende, presenti e passate, del mitico Congo, cuore di tenebra del continente africano.

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  • Autore: Matteo Zola
  • Bio: Matteo Zola, classe 1981, è giornalista, ha lavorato nella rivista «Narcomafie» e ha fondato «East Journal», quotidiano online su politica e cultura dell’Europa centro-orientale.
  • Anno pubblicazione: 2014
  • Lingua:  italiano
  • Categorie: saggistica, Africa, geo-politica
  • Pubblicato con: Quintadicopertina
  • Formati ebook disponibili: epub; formato Kindle; pdf
  • Dimensione file:  n.p.
  • Lunghezza:  n.p. pagine (previste)
  • Protezione: no Drm
  • File/Record aggiornato il: n.p.
  • ISBN:

978-88-6769-067-1    formato epub

978-88-6769-069-5    formato Kindle

978-88-6769-068-8    formato pdf

  • Prezzo: € 3,49

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