È stato diffuso lo Studio Mediobanca sui Gruppi editoriali italiani a capo dei maggiori quotidiani relativo al quinquennio 2010-2014.
Dal 2008 la disaffezione per la carta stampata quotidiana non ha avuto freno e i cinque anni 2010-2014 segnano negli 8 maggiori gruppi editoriali un calo di ricavi del 33,2%, perdendo così circa 2 miliardi di ricavi.
Nel rapporto, che trovate linkato al fondo di questo post, potete leggere integralmente i dati di calo diffusionale e di calo delle raccolte pubblicitarie su cartaceo. L’unico incremento riguarda i ricavi da attività digitale, ma è precisato che il travaso di lettori dalla carta al digitale non ha picchi tali da compensare le copie cartacee perse, né i ricavi mancati.
Insomma – diciamo noi – il modello di disruptive innovation, detto in gergo, è ancora tutto da inventare.
Mentre vi rimandiamo alla lettura completa dello Studio Mediobanca, segnaliamo un passo che sul futuro dell’editoria è davvero centrale e che qui rilanciamo perché rispecchia a pieno la nostra visione:
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«Troppo spesso, per eccesso di semplificazione, si sostiene che la morte dei giornali e della carta stampata sia prossima. La sfida da vincere nel prossimo futuro è quella della convergenza e integrazione della forma cartacea con quella digitale, assegnando a ciascun mezzo il suo ruolo e significato. Lo spiega bene la metafora utilizzata da David Johnson che afferma: “sia carta che digitale presentano numerosi vantaggi e non c’è necessità che lavorino uno contro l’altro, tanto quanto non è necessario che una gomma e una matita operino contro il tasto canc del computer”.»
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