NewItalianBooks per esportare il libro italiano nel mondo

 In questo strano giugno 2020 nasce la piattaforma newitalianbooks.it, un’iniziativa promossa da Treccani con il sostegno del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e del Centro per il libro e la lettura (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo), in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori (AIE).

Promuovere il libro italiano

Lo scopo è promuovere il libro italiano nel mondo e mettere in contatto tutta la filiera editoriale, anche con il supporto degli Istituti di cultura italiana.

L’editoria è la prima industria culturale italiana e in Europa è al quarto posto. Nel 2019 ha segnato un fatturato di 3,2 miliardi complessivi. Nonostante ciò è un settore che non rinnova il contratto nazionale dei lavoratori grafico-editoriali da oltre 5 anni. Ora il forte rallentamento economico soprattutto legato al Covid-19 ha fatto dichiarare al presidente di AIE Ricardo Franco Levi: «Sommando gli effetti del lockdown con la caduta della domanda nella seconda parte dell’anno, temiamo che l’intero mercato del libro (fiction, saggistica, ma anche libri scolastici, universitari e professionali più la vendita dei diritti) possa chiudere il 2020 con un pesantissimo calo di fatturato quantificabile tra i 650 e i 900 milioni rispetto ai 3,2 miliardi complessivi del 2019».

Il peso della rete nella diffusione del libro si è mostrato anche nei dati di questi mesi, tra marzo e aprile 2020: è salito al 47% l’acquisto online dai bookstore, a discapito delle librerie che hanno dovuto rispettare un periodo di chiusura per emergenza sanitaria.

NewItalianBooks nasce bilingue, italiano/inglese, anche per favorire il mercato dei diritti e la traduzione delle opere librarie italiane in altri paesi. Ciclicamente nascono queste piattaforme, un precedente era già stato nell’aprile 2014 Booksinitaly, che aveva gli stessi attori ma come partner coordinatore la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. A 6 anni di distanza quindi con NewItalianBooks si riparte da capo. Sarebbe interessante che un giornalista d’inchiesta verificasse quanto costano ai ministeri e quindi al Paese queste iniziative e quanto davvero alleviano la crisi del libro.

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