‘La formula di Venere’ di Paolo Euron [ #EbookIncipit ]

La rubrica #EbookIncipit di eBookReaderItalia.com è un appuntamento con l’anteprima ebook. Non parliamo addosso a un autore e ai suoi scritti, invece vi offriamo in lettura l’incipit della sua opera, un’anteprima delle prime tre “cartelle” – come si dice in gergo editoriale – cioè 5400 battute.

In #EbookIncipit è l’autore a mettersi in gioco con i brani d’inizio del suo ebook. Il titolo che vi proponiamo oggi è…

La formula di Venere

di Paolo Euron

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Aprii la porta e vidi una signora sui trent’anni, alta, con i capelli neri e lunghi fino alle spalle che l’umidità aveva fissato in nastri lucidi. Sulla testa, di sbieco, un cappello intonato al colore e al taglio desueto dell’abito trovava un precario equilibrio. Vestiva un tailleur corto e rosso che le modellava il corpo ben tornito e sopra indossava, aperto, un cappotto nero lungo fino ai piedi. Al dito portava un anello con brillante regalatole da un marito con il quale era certamente preferibile rimanere in ottimi rapporti.

Rimase sulla soglia e mi considerò con uno sguardo misto di diffidenza e freddezza. Ansimava per via delle scale. Poi si passò la lingua sul labbro inferiore, con lentezza studiata. Il colore del rossetto era identico a quello del tailleur. Era bellissima, come soltanto le mogli altrui sanno esserlo. Sembrava uscita malvolentieri da una scena di uno di quei film in bianco e nero degli anni cinquanta e pareva che un po’ della luce del proiettore le fosse rimasta impigliata tra i capelli.

– Prego… – dissi, facendomi da parte.

Venne avanti lentamente e continuò a tener lo sguardo fisso su di me, non capivo se per sospetto o per compiacimento. Camminava con una certa rigidità e con il busto eretto per evitare che il cappello le potesse scivolare a lato e a ogni passo il corpo risultava perfettamente distribuito nell’abito.

I suoi tacchi colpivano il pavimento con la precisione di un orologio. Per fortuna nell’appartamento sottostante non abitava più nessuno da anni. Il ritmico schioccare accompagnò la signora fino alla poltrona sistemata accanto alla scrivania. Sedette, sempre ponendo la massima attenzione a che il busto fosse eretto e accavallò le gambe con un fruscio di lycra. Poi lasciò scivolare il cappotto sullo schienale della sedia. Quando si tolse il cappello altri capelli neri e lucidi le ricaddero sulle spalle.

Sedetti dall’altra parte della scrivania. Trassi un profondo sospiro per prendere coraggio. Lei continuò a scrutarmi con attenzione. Incominciai a sentirmi a disagio. Quel suo silenzio sembrava volermi accusare con una frase come: – guarda che io so tutto – o qualcosa del genere.

– Io sono… – dissi, tanto per iniziare una conversazione.

– Lo so… – mi interruppe la signora, con un filo di voce, senza aggiungere altro.

Aveva gli occhi di un colore grigio e azzurro che in genere non s’incontra mai, di cui solitamente si legge soltanto nei libri.

Vidi che il suo petto si sollevava ancora con un certo affanno. Pensai a qualcosa da fare per lasciarle il tempo di riprender fiato. Notai che la porta era rimasta aperta. Abbozzai un sorriso cui lei non rispose, mi alzai, chiusi la porta e tornai a sedermi alla scrivania cercando di assumere un’aria severa. Il più possibile severa. Non mi andava di renderle la vita troppo facile. Non mi sembrava che se lo meritasse.

– In questo edificio non hanno mai installato l’ascensore – dissi. Era una constatazione. Suonò un po’ come un porgerle delle scuse. Quando me ne accorsi ormai era troppo tardi.

– Come ha detto? – chiese la signora e notai che aveva un accento vagamente esotico.

– Volevo dire, sei piani e non c’è…

– Non importa. Non bevo niente.

Mi chiesi da dove potesse venire quella donna e quale potesse essere la sua lingua materna, che comunque non avrei compreso perché parlo solo l’italiano. Poi pensai che il suo rifiuto mi offriva un’ottima occasione per iniziare una conversazione e pensai che sì, in certe circostanze era buona norma offrire un bicchierino.

– È proprio sicura di non voler bere niente, signora?

Lei mi guardò, poi per la prima volta sorrise, ma con un movimento misurato, scoprendo appena gli incisivi quanto bastava per mordicchiarsi il labbro, come si sorride a un bambino intuendo il suo desiderio facile da esaudire.

– Prendo un whisky – disse, senza distogliere lo sguardo da me e i suoi occhi ebbero un lampo di allegria, quasi di intesa.

Mi alzai e raggiunsi l’angolo cucina. Aprii uno sportello e presi una bottiglia di whisky semipiena. Nel mobile non c’era altro. Quindi tirai fuori due bicchieri, li controllai controluce e tornai alla scrivania.

Versai da bere. La signora tacque per tutto il tempo. Pensai che da parte mia fosse conveniente non interrompere il suo silenzio. Mi limitai a guardarla, non certo nel modo insistente che usava con me. Anche lei, nonostante la messinscena, non era immune da un certo nervosismo. Continuava a respirare con affanno. Ora non ne aveva più ragione, non era per le scale. Notai la sua mano sinistra che lisciava l’orlo della gonna, anche quando ormai non c’erano più pieghe a giustificare quel movimento tanto accurato e ripetuto. Seguii la sua gamba, il ginocchio flesso e posato delicatamente sull’altro ginocchio, il polpaccio velato di nero più scuro agli orli e più pieno di lucentezza nel mezzo, la scarpetta di vernice a mezz’aria che batteva ritmicamente sulla sua gemella posata a terra. Poi la sua mano smise di lisciare la stoffa e prese il bicchiere dalla scrivania. Dopo il primo sorso chiese: – È sicuro che noi non ci siamo mai visti in passato?

– No. Non credo – risposi, sincero. Poi mi venne in mente una risposta rassicurante e aggiunsi: – E se lo desidera noi non ci siamo visti neppure in futuro… – e la fissai senza sorridere.

Lei mi guardò aggrottando le sopracciglia e pensai che avesse di nuovo capito male.

– Volevo dire…

– Ah, ho capito che cosa vuole dire… Non è questo che intendo… Non ci badi – e fece con la mano un gesto per significare che la cosa non aveva importanza.

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  • Autore: Paolo Euron
  • Bio: filosofo, insegna “History of Italian Ideas” presso la Chulalongkorn University di Bangkok.
  • Anno pubblicazione: 2017
  • Lingua:  italiano
  • Categorie: fantascienza
  • Pubblicato con: Delos Digital
  • Formati ebook disponibili: epub e formato Kindle
  • Dimensione file: 466,44 KB
  • Lunghezza: 229 pagine cartaceo
  • Protezione: no Drm
  • File/Record aggiornato il: n.p.
  • ISBN: 9788825404012
  • Prezzo: € 3,99

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