Le parole giuste per narrare il femminicidio


Le “narrazioni tossiche” si diffondono in rete e raccontano i femminicidi commiserando l’assassino, il carnefice, narrando il suo Io anziché parlarci della vittima, della donna che lui vedeva come oggetto di possesso, proprietà, colei che non può dire un no.

I media hanno una grande responsabilità per il linguaggio che usano e la cultura che diffondono e confermano. Quando certi giornalisti sapranno uscire dall’antico refrain da bar sport «Se l’è voluta»? Per te che ti occupi di comunicazione, giornalismo, che scrivi su un blog, lavori in un centro antiviolenza, in un’associazione culturale o sei un cittadino che vuole cambiare il linguaggio intorno alla violenza contro le donne il consiglio di lettura è Le parole giuste – Come la comunicazione può contrastare la violenza maschile contro le donne di Nadia Somma e Luca Martini.

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