Uno degli emendamenti alla Legge di Stabilità approvati il 20 novembre dalla Commissione Bilancio della Camera riguarda l’abbassamento dal 22 al 4% dell’Iva sugli ebook. Equiparata all’aliquota dei libri a stampa, non tutti i giochi sono però fatti, perché la legge approderà in aula solo giovedì prossimo.
La perdita di gettito allo Stato è valutata sui 7,2 milioni di euro.
Plaude alla misura tutto il comparto editoria, che evidentemente calcola quel 18% differenziale tra le aliquote 22 e 4 come un gettito che ora entrerà non più nelle casse dello Stato ma delle case editrici.
La campagna promossa dall’AIE #unlibroèunlibro ha fatto leva sul profondo e sincero coinvolgimento di persone che leggono libri ed ebook, lettori che attraverso i social network – Facebook e Twitter in special modo – hanno fatto girare viralmente il messaggio che bisognasse parificare il libro all’ebook.
Ora però la riduzione dell’Iva potrebbe non tradursi in un abbassamento dei prezzi per gli ebook e non andare dunque a beneficio dei consumatori. E neppure a beneficio del consumo: infatti, prezzi degli ebook più bassi percepiti in maniera diffusa potevano alimentare la propensione all’acquisto e dunque dare nuovo slancio al segmento digitale. Ma se i prezzi non si abbasseranno il consumo non muterà nel suo comportamento tendenziale.
Potremmo, certo, anche sbagliarci nelle nostre valutazioni.
Basterà tuttavia fare una semplice prova: andate su uno dei siti da cui comperate libri elettronici, di 3 ebook di editori diversi che desiderereste comprare prossimamente (o che magari già avete comperato e letto) fate lo screenshot inquadrandone il prezzo, conservateli poi con cura. Quando il 4% sugli ebook diventerà legge, fate passare un tempo ragionevole e andate a controllare che cosa è avvenuto di quel prezzo. Sarà sceso? Sarà rimasto invariato?
Se siete d’accordo, possiamo monitorare insieme i prezzi, una sorta di Osservatorio Ebook, e questa volta l’hashtag sarà #unebookèunlibro . Perché in Italia una rosa non sempre è una rosa.
Vi lasciamo qui, infine, ad approfondire il dossier della Commissione Bilancio nel quale si può leggere la breve sintesi della modifica apportata dall’emendamento:
«Inserisce il comma 31-bis, che reca una norma interpretativa volta a includere nella categoria dei libri, sottoposti ad aliquota IVA al 4% (cd. aliquota “super-ridotta”) anche i libri in formato elettronico, al fine di equipararne il trattamento ai fini dell’imposta.
La copertura finanziaria degli oneri derivanti dalla disposizione, stimati dalla relazione tecnica allegata all’emendamento in 7,2 milioni di euro annui, sono posti a valere sul rifinanziamento del Fondo per gli interventi strutturali di politica economica disposto dall’articolo 17, comma 21, del disegno di legge in esame.
Peraltro, la medesima relazione tecnica evidenzia che la norma intende estendere l’applicazione di tale aliquota, oltre che ai libri, anche ai periodici in formato elettronico.
Al riguardo, tuttavia, sembra necessario un chiarimento, dal momento che il codice ISBN – cui il testo fa riferimento – è utilizzato esclusivamente per i libri.
Si ricorda inoltre che la disciplina comunitaria dell’imposta sul valore aggiunto (contenuta nella direttiva 2006/112/CE e successive modifiche) ha consentito, in deroga alle regole normali, ad alcuni Stati membri di mantenere delle aliquote ridotte, comprese le aliquote super-ridotte e le aliquote zero, in alcuni ambiti, purché tali aliquote fossero già in vigore al 1° gennaio 1991 e che la loro applicazione rispondesse a ben definite ragioni di interesse sociale (articolo 101 della citata direttiva).
La giurisprudenza della Corte di Giustizia UE ha assunto un’interpretazione restrittiva di detta norma, dichiarando l’impossibilità per gli Stati di estendere l’ambito di applicazione delle aliquote super-ridotte a fattispecie non contemplate al 1° gennaio 1991.»
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Il prezzo dell’ebook non mi sembra la questione più importante di questa operazione. Non mi sembra infatti che gli ebook siano carissimi. Inoltre è ormai dimostrato da più parti che non c’è una grossa differenza di costi tra cartaceo e digitale. L’IVA agevolata, lo dico da editore digitale, permetterà però di investire di più su questo settore e quindi pubblicare più libri e anche fare una ricerca attenta su come il medium digitale riuscirà a dare un servizio migliore al lettore.
Invece si può dire che i libri cartacei siano abbastanza cari, infatti ogni volta che acquistiamo un libro ne paghiamo due; questo per effetto del sistema dei resi (ogni 100 libri stampati, 50 tornano indietro all’editore, che poi finiscono al macero). Ma la discussione è molto aperta e siamo solo agli inizi per fortuna. Ritengo perciò l’operato di Franceschini molto coraggioso e ritengo altrettanto meritevole e innovativa la campagna di AIE #unibroèunlibro a favore dell’ebook.
Mi dispiace per te, ma gli ebook sono molto cari!
Quoto Gino! Mi piacerebbe sapere quali sono le ricerche che dimostrerebbero l’equivalenza dei costi tra cartaceo e digitale. Io cmq compro solo quelli in offerta, 1,99 o 2,99 euro mi sembrano un prezzo equo, al massimo arrivo a 4,99 se è un titolo che desidero con tutto me stesso (ma una volta all’anno però).
Beh, che gli ebook siano cari rispetto al cartaceo non mi sembra. E’ sufficiente andare a vedere i costi dei bestseller s(ad es. su Amazon: [omissis] ) per rendersi conto che il digitale costa il 30-40% in meno del cartaceo. L’analisi dei costi: il costo di produzione (diritti, impaginazione, resa grafica) di un cartaceo e di un ebook digitale è uguale, la distribuzione per il cartaceo incide circa il 50%, mentre per un ebook il 40%, la promozione è uguale. Come si può notare l’economia a favore del digitale è solo del 10%. Per cui si può tranquillamente dire che gli ebook costano molto meno del cartaceo. @Giovanni: il ragionamento del max 4.99 lo applica anche al cartaceo?
“a distribuzione per il cartaceo incide circa il 50%, mentre per un ebook il 40%”: 40% per gli ebook?? Mah! giusto per dare il giusto significato alle parole, con “distribuzione” che cosa intende? Dove ha preso questi dati??
Da editore vi dico subito che non abbasserò i prezzi.
La mia casa editrice pubblica ebook da 0,99€ o da 1,99€.
Al netto delle commissioni a noi restano 0,08€ o 0,16€ in più, da dividere con gli autori.
Per noi è impossibile abbassare il prezzo. Potrebbe non essere la stessa cosa per chi vende ebook a 10 o più euro.
Se vuoi che il tuo ricavo rimanga di 8 centesimi su un euro, DEVI abbassare i prezzi. Altrimenti vuoi che il tuo ricavo salga. È matematica.
Pier Luigi,
vero che la differenza nella produzione di cartaceo o digitale non ha differenze altissime come spesso si fa credere. Nel senso che è vero che nel digitale abbatti la distribuzione “su gomma”, cioè il far viaggiare su e giù camion e furgoni che consegnino volumi, ma devi costruire “autostrade digitali”, leggasi “piattaforme”, e quindi l’investimento si fa sentire. Non c’è più il costo di stampa, è vero, ma se si deve digitalizzare un magazzino pregresso c’è cmq una lavorazione da fare.
C’è una bella differenza tra investimenti iniziali per costruire piattaforme digitali e la manutenzione delle stesse: una volta messa sù si tratta solo di pagare lo stipendio dei tecnici per la manutenzione e l’aggiornamento, e le piattaforme di vendita che dominato il mercato si contano con le dita di una mano! inoltre, i costi di gestione di queste piattaforme sono del tutto slegate dalla variabilità del costo del carburante, della carta ecc. “ma se si deve digitalizzare un magazzino pregresso…”: esatto! “ma se…”! la digitalizzazione del pregresso è un evento straordinario e fatto in modo molto selettivo, in base alle vendite di certi volumi presenti in catalogo: qui parliamo di pubblicazione di ebook recenti mica della conversione in digitale delle memorie del fornaio del Grande Frtello! Se le piccole case editrici, per riuscire a vendere i loro ebook nei grandi store, devono sottostare alle condizioni di questi grandi distributori digitali, è anche vero che le loro redazioni si riduranno a una manciata di persone, con un abbattimento anche dei loro costi di gestione!
Eccoci a inizio 2015, la legge di stabilità è stata pubblicata su G.U. e l’IVA sugli ebook è al 4%, ma i prezzi dei titoli non sono scesi.
Ho tenuto sotto controllo il prezzo di diversi libri di mio interesse tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio 2015, visitando di frequente i più noti store online: non c’è stato nessun cambiamento di prezzo tra prima e dopo l’entrata in vigore della legge:parliamo di ebook da 10-19 euro! Non certo di quelli a 1-3 euro! E non mi sembra plausibile dare la colpa alle festività, perché l’abbassamento dell’iva si traduce per gli store online in due colpi di tastiera. Forse sbaglio a parlare in anticipo, ma ho il vago sospetto che il notevole abbassamento dell’iva si tradurrà nella sostanza solo in maggiori entrare per le case editrici, che nel tempo diventeranno sempre più piccole e snelle, e progressivo smantellamento di gran parte dell’indotto che ruota intorno alla carta stampata: ben venuti nell’era tecnologica! Di sicuro adesso le case editrici non potranno più incolpare l’iva sugli ebook per i loro prezzi, ma si dovranno limitare a incolpare le scarse politiche di incentivazione alla lettura se vendono poco!
Fabio, riguardo alla tua domanda di prima sulla distribuzione ebook che può richiedere un 40%.
Non so da quali dati abbia preso queste percentuali Lai, ma temo non si discostino molto dal reale: una piattaforma di distribuzione prende sul 5/8% e un ebookstore sul 30/35%. Quindi non varia di molto dalla distribuzione dei libri, quella che viaggia su camion e corrieri.