Se RCS (anche in ebook) ristampasse “Drilla”, sarebbe grazie a un fiore #petaloso

Ingredienti ben dosati per una ricetta esplosiva in Rete (oltre ogni immaginazione):

1 bambino, Matteo, che a scuola pronuncia la parola petaloso

1 maestra, Margherita Aurora, che (avendo essa stessa un nome “petaloso”!) non segna il termine come errore, ma coinvolge la classe a scrivere all’Accademia della Crusca per proporre il nuovo aggettivo

1 bella lettera di risposta dalla Crusca con l’incoraggiamento a rendere viva la lingua italiana e un suggerimento di lettura: Drilla di Andrew Clements.

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È stata la maestra a pubblicare su Facebook la risposta della Crusca e le condivisioni hanno diffuso la parola #petaloso viralmente, fino a raggiungere il 1° posto nei trend topic di Twitter.

Non c’è che dire, Matteo ha coniato una parola degna di una campagna pubblicitaria di successo (ricordate anche voi, vero, i tormentoni 1983 dell’auto risparmiosa, comodosa, scattosa).

drilla_rcsLibri

“Drilla” è un titolo del 2009 BUR (Biblioteca Universale Rizzoli) pubblicato a stampa, al momento non è uscito in ebook.

Intanto, il volano del tutto inatteso della pubblicità potrebbe premiare il titolo suggerito da Maria Cristina Torchia della Crusca, se solo verrà ristampato da RCS Libri. E nel chiedere la ristampa, ricordiamo anche che in un evento così virale il titolo in ebook avrebbe il download assicurato, se l’ebook esistesse (s’intende).

Drilla di Andrew Clements è una lettura per ragazzi e per farvene un’idea eccovi il sunto:

« Nick Allen è un bambino molto sveglio. Forse anche troppo. Fa lavorare la testa, tutto qui. E nessuno si stupisce più di tanto quando decide che la penna non si chiama più penna: da oggi in poi si chiamerà “drilla”. Mrs Granger, che ha la passione e il gusto delle parole, non può incoraggiare il piccolo colpo di stato. Deve imporre la sua autorità. Ma “drilla” è una parola che piace e presto tutti la usano, in tutte le classi, in tutte le scuole del paesino. »

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5 Commenti

  1. Valerio ha detto:

    ‘Vergognoso’ viene alla mente. Un errore perpetrato per voglia di notorietà non fà bene alla già scarna reputazione della scuola italiana.
    Ci si ricordi che gli esempi che avete fatto erano legati a squallidi claim pubblicitari, quindi inventati per morire di lì a poco quando una nuova campagna avesse sostituito la precedente.

  2. Elena Asteggiano ha detto:

    A noi invece piace, è un caso di insegnamento capace di coinvolgere i bambini e, caso strano, far percepire alla società una lingua italiana giocosa.

  3. Alberto ha detto:

    Aveva ragione Umberto Eco a dire che i “social network” sono popolati da masse di rimbambiti che si ergono a tuttologi grazie a uno strumento in grado di amplificare la loro voce come mai prima d’ora.
    Sicuramente sbagliava a generalizzare, ma vedendo la massa di fancazzisti sempre pronti a trasformare in “trending topic” ogni scemenza pur di far parlare di sé difficilmente gli si può dare torto sul principio di fondo.
    Il bello è che gli stessi destinatari dei suoi strali si sono riversati in massa a rendergli omaggio a suon di hashtag :-/

  4. Elena Asteggiano ha detto:

    Mi soffermo piuttosto sul fatto che l’ebook del titolo suggerito non esiste e che ad oggi il cartaceo su LibreriaRizzoli.it è dato per “non disponibile”, su Amazon c’è 1 copia e Ibs lo dà in consegna in 3-5 giorni.
    Tutte potenziali vendite perdute su una operazione visibilità nella quale il marketing non aveva speso 1 penny ma che non ha gestito.
    Poi non si vendono libri… 😉

  5. Elena Asteggiano ha detto:

    Sulle bufale intorno al neologismo #petaloso segnalo il bel post di Vera Gheno della Crusca, OSCURATO da Facebook

    //cortmic.myblog.it/bufale-petaloso/