Impact Hub Torino, perché startup e idee imprenditoriali siano d’impatto sul territorio

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Là dove c’era un’industria ora c’è un acceleratore di imprese: è la Torino che cambia e si rinnova senza perdere i suoi luoghi della memoria. Nella zona degli stabilimenti ex INCET, nel quartiere Barriera di Milano, è iniziata nel 2015 un’opera di bonifica e riqualificazione degli ex capannoni industriali. Oggi quegli spazi rivivono in INCET, acronimo di Innovation Center Torino, polo di riferimento per iniziative d’innovazione tra cui il nuovo Impact Hub Torino. Prima di parlarvene è importante però fare un passo indietro nella storia, per capire che questi radicali mutamenti urbani non possono essere fatti spazzando via la memoria del lavoro, molto radicata nella città. Negli Anni Settanta e Ottanta Torino vide chiudere stabilimenti immensi per planimetria e operai impiegati – si pensi alla Capamianto, alle OGR, a Lingotto, a Teksid, alle carrozzerie OSI e Ghia, per citare solo alcuni esempi –. Isolati interi si trasformarono non di rado in zone off limits. Rispetto alla precedente operosità precipitarono in pochi anni nel più cupo abbandono, consegnati al degrado. In quei quartieri abitati le ex industrie abbandonate spuntavano tra le case come grandi “carie” in progressivo deterioramento. Nei popolosi palazzi dirimpettai la vita della città proseguiva, non senza preoccupati sguardi ai vetri rotti, ai cancelli sprangati, a quei piazzali non più percorsi e ormai pieni di erbacce: e la domanda era cosa stesse facendo l’Amministrazione cittadina. Partirono gli interventi con i tempi biblici propri della politica e della burocrazia. Possiamo dire che dalla deindustrializzazione progressivamente si può uscire con progetti, insomma siamo passati da un incubo a un incubatore, se vogliamo dire, un incubatore d’aziende. Oggi Torino si è rifatta una vita fuori da quel ritrito cliché di «grigia città industriale». I suoi palazzi reali e il suo passato di capitale le permettono ora di fare sfoggio di quel bel salotto del centro che per troppo tempo non era stato valorizzato. Ma il suo non è un restyling di superficie, è durato decenni ed è stato un ripensare il futuro verso un terziario tecnologico e culturale, un’apertura al turismo e agli eventi internazionali. La città marcia ancora a due velocità, è vero, ci sono nuove povertà che per alcuni stonano con il salotto buono; ma anche qui la storia della città fatta di accoglienza ha in sé i suoi anticorpi, perché chi conosce Torino sa che non lascia indietro nessuno, come ha imparato dai grandi Santi Sociali che percorsero le sue vie Otto-Novecentesche (Cottolengo, Cafasso, don Bosco, Murialdo).

Come si presentava a Torino nel 2009 l'isolato ex INCET, compreso tra le vie Cigna, Cervino, Banfo e corso Vigevano (foto di Aureliano Dughera).

Come si presentava a Torino nel 2009 l’isolato ex INCET, compreso tra le vie Cigna, Cervino, Banfo e corso Vigevano (foto di Aureliano Dughera).

 Ma ritorniamo agli ex stabilimenti di Barriera di Milano da cui eravamo partiti. La loro storia è questa (dalle schede museotorino.it): la Società Tedeschi, produttrice di cavi elettrici fondata nel 1888 dai fratelli Vittorio e Giuseppe Tedeschi, assunse nel 1938 la nuova sigla di INCET. Dopo i bombardamenti del 1943 e del 1944 le lavorazioni in parte furono trasferite a Bussoleno. Nel 1968 l’industria venne assorbita dalla Pirelli, che trasferì la produzione a Livorno Ferraris. Gli ex capannoni INCET con la deindustrializzazione andarono incontro a un periodo di abbandono e degrado e ancora nel 2009 si presentavano come nella foto qui sopra.  Dopo la bonifica e la riqualificazione gli spazi oggi hanno aperto a EDIT, Open INCET e l’Impact Hub. Da un approccio di archeologia industriale si è immaginata una città del futuro, che non rimuova la memoria ma rimotivi il territorio a riappropriarsene, che parta dagli edifici e dagli spazi per rivitalizzare un quartiere, che sia d’impatto per l’economia e il tessuto sociale.  Ecco una delle realtà che oggi INCET ospita e la lasciamo presentare in questo “guest post” a Marilù Sansone, chief operating officer di Impact Hub Torino.

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impact_hub_torino_hall Impact Hub, il più grande network al mondo di spazi di coworking e di accelerazione per iniziative, startup e imprese a impatto sociale è approdato anche a Torino. A gennaio 2018 Impact Hub Torino ha infatti aperto al pubblico le porte del suo spazio di 600mq presso INCET, l’Innovation Center di Torino.

Innovazione e impatto sociale

La rete di Impact Hub è costituita da spazi di lavoro dove si genera un cambiamento positivo.

Da una parte questi rappresentano laboratori innovativi e acceleratori di impresa, dall’altra sono il fulcro di una Community internazionale che offre ai propri “Hubbers” oltre a un funzionale spazio di coworking anche un ecosistema unico di risorse, ispirazione e opportunità di collaborazione per realizzare un impatto positivo sulla società e sul territorio.

Dal primo Impact Hub nato a Londra nel 2005 oggi si possono contare oltre 100 sedi in tutto il mondo con una community globale di oltre 16000 membri. Ogni sede locale ha l’intento di sostenere il percorso di chi possiede idee imprenditoriali, ma manca di strumenti, risorse, connessioni e ispirazione per trasformarle in realtà.

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Community, formazione e coworking

 Per questo motivo gli elementi imprescindibili forniti da ciascun Impact Hub in tutto il mondo sono tre e il loro mix riesce a trasformare un’idea imprenditoriale in realtà generando impatto concreto. Impact Hub quindi:

1) sostiene una “vibrante” Community internazionale stimolando gli scambi di conoscenze;

2) fornisce ispirazione e contenuti, attraverso eventi ispiranti e attività di formazione;

3) crede nel potere creativo degli spazi in grado di creare e facilitare connessioni virtuose.

Impact Hub Torino nasce nel 2014 e rappresenta l’ottavo Impact Hub italiano insieme a Milano, Trento, Reggio Emilia, Firenze, Roma, Bari e Siracusa. Uno spazio di 600mq dedicato a coworking, uffici privati, area eventi, meeting rooms, aule formazione, cucina attrezzata e aree relax a disposizione della propria Community di changemakers.

Impact Hub Torino prevede una programmazione di attività quotidiane in grado di ispirare la community locale con eventi innovativi, formare e supportare startup e iniziative imprenditoriali ad impatto, stimolare l’interazione tra i membri della propria community con occasioni di confronto peer-to-peer e conversazioni di valore, dando risalto a quelle buone pratiche del territorio in grado di ispirare e coinvolgere altri innovatori ad impatto.

Per scoprire come entrare in contatto con 16000+ startup e innovatori sociali in tutto il mondo, saperne di più sul coworking e sui prossimi eventi vi basta visitare il sito internet torino.impacthub.net

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Marilù Sansone è co-founder e chief operating officer di Impact Hub Torino

Su Twitter @ImpactHubTorino

 

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