Ogni ereader è illuminato (non è mica retroilluminato)

Ogni blogger che si rispetti, oltre a cercare sempre nuove fonti dalle quali prendere spunto per argomenti da trattare e discutere con i propri lettori, controlla anche (con modalità maniaco-ossessive) il posizionamento del proprio blog nelle pagine dei risultati delle ricerche di Google.
Cercando “ebook reader” Google, insieme, ci consola e lusinga restituendo quasi sempre nelle prime posizioni eBookReaderItalia.com (risultato che è frutto di un nome di dominio azzeccato, ma anche dell’importanza che il motore di ricerca assegna al blog).

Come sapete, ogni risultato di ricerca di Google è immancabilmente preceduto da box pubblicitari, che hanno fatto e continuano a fare la fortuna di BigG.
E così li incontriamo anche se cerchiamo “ebook reader”. Infatti, il box pubblicitario è interamente occupato da Mondadori.

Screenshot del 5 maggio 2013

Ma aguzzate la vista, notate l’errore?
Nel link che reclamizza il Kobo Glo è detto testualmente: “Kobo Glo retroilluminato a 129€

E qui entriamo in gioco noi, con la puntuale informazione sul mondo dei lettori ebook. A quanti muovono i primi passi nel mondo della lettura digitale ricordiamo che il Kobo Glo non è retroilluminato, perché l’area di lettura è illuminata, sì, ma frontalmente da una serie di piccole luci poste sotto la cornice dello schermo. Così l’intensità luminosa non colpisce mai direttamente gli occhi dell’utilizzatore, consentendo (nella stragrande maggioranza dei casi) una lettura confortevole anche in ambienti poco illuminati o bui. Proprio per questo per il Kobo Glo e per ereader simili – come il Kindle PaperWhite o la novità del momento che è il Kobo Aura HD – si parla di illuminazione frontale ed è questa una delle differenze sostanziali rispetto ai tablet e agli smartphone (questi, sì, device retroilluminati). Se volete approfondire ne abbiamo parlato diffusamente in questi articoli:

Recensione Kobo Glo
Dar luce all’inchiostro elettronico

Poco male se in un link sponsorizzato c’è una svista (Mondadori saprà prontamente correggerla), ma certo se già il comune lettore e consumatore fa confusione per i troppi dispositivi presenti sul mercato, non lo confonda almeno chi sa che cosa vende, chi sa che cosa pubblicizza e chi sa che cosa… blogga.
Altrimenti un domani potrebbe capitarci anche di andare in un negozio dove espongono ereader e magari trovarli spenti, oppure parlare con un commesso che ce li presenta come retroilluminati, oppure…
Cosa… Come dite? Già succede proprio così!?
Va beh, dai, vorrà dire che a noi blogger di tecnologia a inchiostro elettronico non mancherà mai lavoro 😉

Tags: ,
Trovato questo articolo interessante?
Condividilo sulla tua rete di contatti Twitter, sulla tua bacheca su Facebook o semplicemente premi "+1" per suggerire questo risultato nelle ricerche di Google. Diffondere contenuti che trovi interessanti aiuta questo blog a crescere. Grazie!
0 Condivisioni

4 Comments

  1. Effettivamente a me è successo una volta. Gli ebook reader erano spenti perché il personale – parole loro – non sapeva accenderli.

  2. Patrizio says:

    Purtroppo (o per fortuna) siamo noi stessi appassionati a decidere in autonomia cosa è meglio per noi. Spesso, anzi, siamo proprio i primi a diffondere l’utilizzo di questi dispositivi. Se uno è incuriosito, non c’è nulla di meglio di un amico o un parente che faccia già uso di un ereader. Io stesso ho incontrato molte resistenze tra gli aficionados della carta stampata. Dagli e dagli, però, messi davanti al dispositivo e ai suoi innumerevoli vantaggi alla fine cedono. Da quando leggo su dispositivi elettronici (circa tre anni) ho convinto almeno una ventina di persone a fare il salto. Secondo me, il modo migliore per documentarsi restano sempre internet e i suoi blog.
    Sulla questione della retroilluminazione, personalmente non so esprimermi. Fermo restando che è scandaloso che chi vende non sappia di cosa sta parlando, coi dovuti settaggi non ho finora riscontrato grosse differenze tra dispositivi retroilluminati e illuminati da sopra, a patto di avere una densità di pixel adeguata. Anche questi ultimi, infatti, se si tiene il settaggio su valori elevati, danno fastidio al buio. Va sempre tenuto a mente che ci si deve regolare proporzionalmente alla luce ambientale. Non sempre è chiaro a tutti.
    Fossi un produttore, punterei soprattutto ad enfatizzare quegli aspetti che avvicinano l’ereader al libro cartaceo. Ai più credo interessi poco sapere con esattezza quanti sono i pixel effettivi, quale il processore o la velocità di refresh. Troveranno sicuramente più utile sapere, ad esempio, che il testo può essere ingrandito a piacere e il font modificato con un semplice tocco dello schermo.
    Fintanto che si presentano gli ereader come fossero dei tablet la diffusione rimarrà limitata al solito giro dei lettori forti. Che -guarda caso- sono quelli che danno respiro all’editoria in generale.

  3. CarloC54 says:

    Al buio l’illuminazione da molto fastidio, anche al minimo. Provate a fare una prova.
    Prendete una fila di led (3 o 4) e poneteli a circa 1 cm dallo schermo. Il risultato ( a prescindere dalle zone illuminate male) è quello della luce ambiente che illumina lo schermo. Adesso utilizzate la luce interna: quello che vedete è lo stesso che vedreste con uno schermo retroilluminato. Naturalmente la prova va fatta al buio completo. So di andare controcorrente e di offendere le nuove tecnologie, ma io leggo per qualche ora tutte le sere, al buio, e vi garantisco che da fastidio!!

  4. L’uso dell’illuminazione frontale non è facile 🙂 comunque io la uso tantissimo la notte e non mi succede niente di male. Notare che soffro di mal di testa da fotosensibilità 😛